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Ecco cosa abbiamo fatto per la salute in Piemonte PDF Stampa E-mail

Sono ormai passati quasi cinque anni da quando, con Mario Valpreda appena nominato assessore, il Piemonte si avviava a riformare un sistema sanitario zeppo di problemi, giustamente rilevati in primo luogo dai cittadini.

È dunque il momento giusto per trarre un bilancio, seppure sommario, di quel che è accaduto. Il lavoro quotidiano ha macinato decisioni, impegni, cambiamenti. Sono stati davvero tanti, un numero che si stenta a quantificare quando, appunto, si tiene lo sguardo puntato solo sull’oggi, sull’ultimo problema affrontato.

È lo studio dell’istituto CERM (Competitività e Regolazione dei Mercati) pubblicato il 26 ottobre del 2009 e voluto dal Ministro Sacconi a dare una valutazione generale (altri ne sono usciti ad esempio sul “Sole 24 ore Sanità”). A pag. 26 si riportano indicatori di qualità delle Regioni con quella più virtuosa posto a 100.

Il Piemonte, con indice 96, compare al 4° posto. A pagina 29 nel capitolo “La frontiera efficiente della spesa-qualità” si illustrano le Regioni che presentano, a un tempo, gli scarti minori del proprio livello di spesa standard con gli indici di qualità più alti. Di nuovo il Piemonte si colloca al 4° posto.


Questi due indici segnalano inequivocabilmente una situazione ben diversa da quella ereditata dal Presidente Ghigo. Infatti nel 2005, appena insediato il centro sinistra, si rileva una spesa totalmente fuori controllo: si certifica un buco di 964 milioni di euro lasciati in eredità dal centro destra. Dieci anni di saccheggi della sanità piemontese, costellati da scandali hanno portato a quel deficit. La Giunta Bresso si è dovuta e si deve sobbarcare un mutuo per ripianare il debito. In cinque anni ha trovato le risorse e ulteriori 230 milioni di euro per potenziare i servizi.


Brevemente intendo ricordare le migliori iniziative promosse:


lotta alle malattie croniche: ulteriori agevolazio-ni ai pazienti diabetici, gestione integrata di questi ultimi (medico di famiglia e diabetologo dell’ospedale finalmente si parlano);


insufficienza renale cronica: avvio della dialisi domiciliare, contributi alle famiglie;


assistenza domiciliare: istituzione dell’assegno di cura agli aventi diritto;


alzheimer: potenziamento dei centri diurni e nuclei residenziali;


celiachia: interventi per migliorare il sostegno alle famiglie;


piano di lotta alle malattie trasmesse sessualmente: apertura di nuovi centri in Piemonte


vaccinazioni contro il papilloma virus: la Regione Piemonte è fra le poche regioni che, con risorse solo sue, ha raddoppiato le classi di età di vaccinazione;


vaccinazione contro la meningite: di nuovo la Regione Piemonte ha anticipato il Piano nazionale Vaccini sulla lotta al meningococco C;


sicurezza alimentare e controllo alimenti: dal 2007 il Piemonte è all’avanguardia nei controlli e nella gestione delle buone pratiche di allevamento. Nel 2008 Sanità, Agricoltura e Ambiente della Regione lavorano insieme sulla sicurezza delle produzioni alimentari dalle possibili contaminazioni.

Il centro destra ha più volte sostenuto che si è proceduto a fare troppe assunzioni in sanità. Osservazione singolare, che tende a stigmatizzare un lavoro concordato con le Organizzazioni Sindacali e che ha portato dal 2005 ad oggi all’eliminazione progressiva del precariato e dell’instabilità dei lavoratori e delle lavoratrici. Semmai è lecito far risaltare la piena concordanza tra precariato in sanità e governo del centro destra nel decennio conclusosi nel 2005. Stabilizzazione e certezza del lavoro sono, a tutto tondo, risultati che il centro sinistra piemontese vuole continuare a rivendicare pubblicamente.

Sul versante dei posti letto, altro argomento su cui il centro destra muove accuse di riduzione, l’attuale Amministrazione regionale ha dovuto applicare i parametri fissati dal Ministero (berlusconiano) nel marzo del 2005 (4,5 posti letto ogni 1000 abitanti). L’attuale Governo cambi questi parametri e dia le risorse alle Regioni, si vedrà che, dove necessario, i posti letto saranno aumentati.

La verità è che con il Piano Socio Sanitario Regionale approvato dalla Giunta Bresso e promosso dagli Assessori Valpreda e Artesio, UN PIANO CHE MANCAVA DA 10 ANNI IN PIEMONTE, perché il centro destra non trovava gli accordi al suo interno, si sono incrementati i servizi sul TERRITORIO a partire dalle Case della salute, dai Gruppi di Cure Primarie, dalla lotta alle malattie croniche, dall’aumento dei posti letto per gli anziani.

Il centro-sinistra ha tagliato, questo si, la sanità privata, tanto amata da Ghigo e ha potenziato la sanità pubblica. I posti letto eliminati sono quelli delle Case di Cura private inutili e a carico di tutto il sistema.

L’opposizione di centro destra ci accusa di avere aumentato la spesa farmaceutica. Ebbene si e ce ne facciamo un vanto! E’ un vanto per noi aver eliminato l’odioso ticket sui farmaci generici voluto esattamente da chi ci accusa di aver gonfiato tale spesa. In ogni caso la Regione Piemonte continua ad essere una Regione virtuosa, poiché in questi anni ha attivato quella “distribuzione diretta dei farmaci” negli ospedali, che consente di razionalizzare la spesa e ridurre i profitti delle industrie farmaceutiche.

Passando al tema delle liste d’attesa, voglio richiamare il fatto che sempre i tempi devono conciliarsi con la qualità e con esami appropriati e non inutili da scaricare sulla pelle delle persone. Il modello piemontese, a differenza di quello lombardo, cerca di valorizzare al massimo le strutture pubbliche perché qualitativamente migliori. E’ vero che per talune specialità e per taluni accertamenti diagnostici i tempi sono ancora troppo lunghi, occorre però tenere presente:


- che le URGENZE sono sempre garantite;

- che sulla specialistica vi è stato un incremento di spesa del 16%;

- che si è concluso un importante accordo con i sindacati per avere più disponibilità di tempo dei dipendenti;

- che in alcune realtà sono state avviate ottime sperimentazioni (che saranno estese) di accertamenti diagnostici e specialistici a TEMPO ZERO.


Continuando in un esame, per forza di cose sommario, dei temi trattati e delle risposte fornite, possiamo enucleare ancora i seguenti punti tra altri:


Amianto.

Nel 2008 è diventato operativo il Centro regionale per la ricerca, la sorveglianza e la prevenzione dei rischi da amianto di Casale Monferrato. La Giunta ha provveduto alla nomina del comitato strategico e di quello tecnico-scientifico dell’ente e all’approvazione del programma di attività del Centro,a cui sono stati destinati 500 mila euro nel 2007 (finanziamenti statali) e 250 mila euro nel 2008 (finanziamenti regionali);


Prevenzione e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro.

Attività di coordinamento e programmazione. La Regione Piemonte ha individuato alcune priorità di intervento: vigilanza nei cantieri edili, tutela dei lavoratori immigrati, vigilanza ai fini della prevenzione incendi. Sono stati assegnati specifici obiettivi ai Direttori Generali delle ASL in merito al numero di cantieri da ispezionare e agli interventi di vigilanza nei luoghi di lavoro da effettuare. Sul piano organizzativo è stato rivisto il sistema di raccolta dei dati relativi alle attività SPreSAL per darne uniformità con il Sistema nazionale di rilevazione delle attività dei Servizi di prevenzione;

Mappe di rischio.

E’ in corso l’attività che prevede la trasposizione grafica su “mappe di rischio”, per ciascun territorio ASL, delle informazioni derivanti dalle banche dati disponibili di maggior interesse, utili alla descrizione del tessuto produttivo piemontese, degli addetti relativi, nonché alla frequenza degli infortuni;


Piano regionale di prevenzione in edilizia.

E’ stato approvato il Piano regionale di prevenzione in edilizia per gli anni 2009 – 2010, con l’obiettivo di garantire l’adeguatezza, l’efficienza e l’omogeneità dell’attività di vigilanza e, contestualmente, promuovere azioni di informazione, formazione ed assistenza e favorire il coordinamento e la collaborazione tra gli enti del sistema pubblico di prevenzione.


Edilizia sanitaria.

La Regione Piemonte ha varato nel giugno 2008 un nuovo programma di interventi di edilizia sanitaria, che, accanto all’acquisto di nuove attrezzature, comprende una lunga serie di lavori di ristrutturazione, adeguamento e nuova costruzione. L’impegno previsto per il 2008 è di circa 99 milioni, per il 2009 di 50 milioni e per il 2010 di 49 milioni.

I finanziamenti vanno ad aggiungersi ai 260 milioni di euro per 47 interventi tra nuove costruzioni, ristrut-turazioni e acquisto attrezzature, resi disponibili con l’Accordo di programma firmato con il Ministero della Salute nel marzo 2008 a cui seguirà un nuovo Accordo per circa 166 milioni;


Più trasparenza per la nomina dei primari.

La Giunta regionale ha approvato nel 2008 una delibera in cui si definiscono in modo più puntuale le procedure per il conferimento del ruolo di direttore di struttura complessa, nel quadro dell’ambito di riferimento dettato dalla normativa nazionale. La decisione nasce dall’esigenza di introdurre criteri di maggiore trasparenza ed efficienza nella scelta dei primari e di limitare la discrezionalità dei direttori generali, cui resta comunque la scelta finale, visto il carattere fiduciario dell’incarico.

L’elemento di maggiore novità è rappresentato dal fatto che il manager dell’azienda è chiamato a esercitare la propria scelta non più su un generico elenco di idonei, bensì su una rosa di tre nominativi, selezionati da un’apposita commissione, sulla base dei curricula presentati, dei colloqui individuali e del giudizio su una relazione che ciascun candidato dovrà redigere per illustrare il proprio progetto di organizzazione della struttura complessa che si candida a guidare;


Nuove regole per l’imparzialità amministrativa.

Nel settembre 2009 la Giunta ha approvato un disegno di legge da sottoporre al Consiglio, che prevede che nelle strutture organizzative del sistema sanitario non possano prestare servizio in rapporto di subordinazione gerarchica dipendenti che siano legati al responsabile da vincoli di matrimonio, di parentela o di affinità fino al 3° grado.


Questi sono risultati del centro-sinistra e dell’Assessora Eleonora Artesio.

I Piemontesi nei prossimi mesi dovranno saper valutare attentamente tutto questo e decidere se confermare questa linea di riforma, o riaffidare al centro destra la guida della sanità piemontese.


Dal 1995 al 2005 la Regione ha vissuto diversi scandali, che i piemontesi non possono aver dimenticato.

Parecchi assessori della Giunta Ghigo furono, per diverse motivazioni, condannati.

Qualcuno ricorda poi la vicenda del manager delle “Molinette” Odasso?

Le logiche massoni-che, lo scambio di voti e i ricchi regali ai politici riempivano le pagine dei giornali e segnalavano una modalità politica assolutamente inaccettabile.

Il sacco della sanità pubblica è per fortuna alle nostre spalle e non per caso. Riformare è certo difficile, tanto più in quasi totale assenza di luoghi pubblici, che discutano delle priorità collegate al diritto alla salute.

Si può e si deve fare di più, ma davvero si può dire che non partiremo da zero.

 

Alberto Deambrogio

Consiglio Regionale del Piemonte

Componente della 4° Commissione Sanità e Assistenza

Consigliere di Rifondazione Comunista