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Sanità & affari, c'è una versione italiana della patologia PDF Stampa E-mail

Medicine a go go

Come l'industria farmaceutica condiziona il sistema sanitario. Ne parla un libro "Il giuramento di Ippocrate tradito senza ritegno: per soldi". Gli stessi che fanno "girare" l'industria farmaceutica.

E' la sanità nell'epoca del libero mercato. Medicina malata, pazienti sfruttati, ricette da consumare. Se ne preoccupano Giampiero Beltotto e Giancarlo Giojelli nel libro-inchiesta Farma.

Tanto per cominciare, parlano da soli i numeri: 100 miliardi di euro la spesa sanitaria italiana nel 2006 con 12,3 milioni di medicine a carico del servizio sanitario nazionale; il fatturato mondiale dell'industria farmaceutica supera i 430 miliardi di euro all'anno; nel 2004 sono stati organizzati 371 mila congressi costati circa 700 milioni di euro.

Ma la vera cifra del business arriva per via giudiziaria, con 2.579 medici italiani denunciati per comparaggio. Dopo le inchieste della magistratura, la spesa sanitaria è diminuita del 5,3% con un risparmio di 620 milioni di euro per le casse dello stato. Un altro dato mina la più elementare certezza. Riguarda le infezioni ospedaliere dalle 450 alle 700 mila ogni anno. Mani pulite, in senso stretto, basterebbero come all'epoca del dottor Semmelweis con le puerpere di Vienna. La "malasanità" costa 10 miliardi di euro e danneggia circa 320 mila italiani ogni anno.

Beltotto e Giojelli affondano la loro inchiesta senza troppi complimenti, ma segnalano anche gli antidoti come Pieve di Soligo (Treviso) dove la piccola Asl è totalmente certificata Iso 9000. Sotto accusa, invece, i medici di base. Lestissimi nelle prescrizioni specialistiche e farmaceutiche, quanto abili a sottrarsi alle responsabilità: l'80% degli accessi al pronto soccorso si rivelano "codici bianchi". Di fatto, "scaricati" all'ospedale dal medico di fiducia, lo stesso che compila decine di ricette, richieste di esami e accertamenti specialistici. E sono soprattutto i medici di base a finire, nel 2004, nel mirino della Procure di Verona e Bari.

Comparaggio, ovvero prescrizioni "gonfiate" a beneficio di otto multinazionali. Una delle case farmaceutiche nel periodo 1999-2003 avrebbe messo a bilancio 228 milioni di euro per "sostenere" la vendita dei medicinali: premi di vario tipo a chi firmava le prescrizioni. Business semplicemente. Spinto oltre i limite, se la stessa Federfarma riconosce l'effetto sulla spesa sanitaria prodotto dalle inchieste della magistratura.