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Legge brunetta sui “fannulloni” ma chi paga realmente? PDF Stampa E-mail


Con questo “nuovo” sistema si torna indietro di quarant’anni: i lavoratori perdono ampie fette di potere contrattuale sui diritti e sul salario a favore della “politica”, che si riprende la libertà di deliberare sulla pelle dei dipendenti pubblici secondo gli interessi delle varie lobby e consorterie, mentre i dirigenti diventano strumento di un meccanismo perverso in cui il bastone conta sempre di più della carota.

 

Che cosa cambia


Sul piano contrattuale:

tutte le normative riguardanti il rapporto di lavoro pubblico non saranno più trattabili dai contratti collettivi se non su esplicito riferimento della legge, cioè sarà la legge a dire se su questa o quell’altra materia i contratti nazionali potranno dire o meno qualcosa.

Nel contratto integrativo in caso di mancato accordo l’Azienda può decidere unilateralmente.

Inoltre l’organizzazione del lavoro, la mobilità interna alle unità, il potere disciplinare sarà di esclusiva discrezione dei dirigenti.


Procedimenti disciplinari:

questa materia non sarà più soggetta a contrattazione, ma a decisione ministeriale, come dire che il dipendente torna ad essere “servo dello Stato”. Aumenta il la libertà di licenziamento, ad es. per prolungato scarso rendimento, ingiustificato rifiuto al trasferimento.


Sistema di valutazione:

viene costituita una Commissione Nazionale di saggi, poi degli organismi indipendenti in tutti gli enti e le Aziende sanitarie per definire dei criteri di valutazione delle performance di resa sia dei singoli che dei gruppi collettivi.

Chi farà poi le valutazioni saranno i dirigenti delle varie strutture o unità operative. Le valutazioni serviranno poi per distribuire gli incentivi, i bonus, le progressioni orizzontali e verticali.


Incentivi:

verranno distribuiti su tre livelli: fino al 25% dei dipendenti potranno guadagnare il massimo, cioè 100% della quota massima di incentivo definito in sede di contratto, il 50% dei dipendenti il 50% di quella quota, il restante 25% dei dipendenti nulla.

I dipendenti che rientrano nel 25% degli eletti all’incentivo massimo potranno partecipare alla selezione finale per il bonus dell’eccellenza annuale, ma solo pochi lo prenderanno.


Progressioni:

saranno sottoposte a selezione interna in quote limitate quelle orizzontali e aperte al 50% con concorso pubblico quelle verticali. L’accesso alle progressioni sarà condizionato da quanti incentivi pieni al 100% uno ha preso per più anni (da tre a cinque). Ovvero: chi per disgrazia non prende niente non progredisce da nessuna parte.


Che cosa hanno detto:


l’Anci applaude Brunetta, Chiamparino si rende disponibile ad applicare subito la contro-riforma. La Fp-Cisl plaude, lo stesso fa la Uil-Fp.


La Fp-Cgil rimane l’unica O.S. a criticare come regressiva questa serie di provvedimenti, e si avvia alla denuncia e alla mobilitazione dei lavoratori, sui posti di lavoro, nelle piazze, nel paese!


A cura della Camera del Lavoro

Cgil-Funzione Pubblica di Collegno-Orbassano-Val Susa